1565 km da casa (1517 km pedalati)
ร stato un viaggio straordinario, un crescendo continuo, quasi fosse un’ouverture di Rossini che parte piano e poi esplode in tutta la sua potenza. L’ultimo giorno ha sempre un sapore speciale: diverso dalla partenza, certo, ma altrettanto carico di emozioni. Quando la meta si avvicina e finalmente si assapora l’arrivo, la mente si riempie di immagini: i chilometri macinati, le risate improvvise, le piccole burle reciproche, le fatiche che ci hanno piegato le gambe, il fondoschiena che chiedeva pietร , e soprattutto gli sguardi, i saluti e i sorrisi delle tante persone che hanno incrociato la nostra strada.
Arrivare significa liberarsi. Sciogliere i nodi di ogni pensiero, lasciare andare le preoccupazioni e perfino i timori che, inevitabilmente, ci hanno accompagnato durante la preparazione e lungo il viaggio. Lo ammettiamo: qualche timore l’abbiamo avuta, soprattutto considerando che questo luglio cosรฌ piovoso non ci aveva promesso nulla di buono. Ma che avventura sarebbe senza un briciolo di timore?
E invece, eccoci qui, a Copenaghen. Un cielo terso, il termometro che supera appena i trenta gradi, e un venticello leggero che asciuga il sudore dalla pelle: un’accoglienza da sogno, un finale che piรน bello non potevamo immaginarlo.
Questa giornata, poi, ci ha regalato qualcosa in piรน, quasi fosse un dono. Lungo il tragitto abbiamo incontrato Marta Grosso, di Santa Margherita del Gruagno: una ragazza che ha portato la sua passione per il calcio fino in Danimarca, dove gioca come professionista in una squadra di serie B. Prima ancora aveva vissuto a Malta, sempre inseguendo quel pallone che รจ parte della sua vita.
E come se non bastasse, all’arrivo a Nyhavn – proprio lรฌ dove abbiamo immortalato la conclusione del nostro viaggio – un ragazzo ci ha fermati chiedendo: “Siete friulani?”. Era Damiano Tosolini, di Pasian di Prato. Vive a Berlino, fa il ricercatore universitario e, incredibile coincidenza, รจ arrivato anche lui in bici, partendo proprio dalla capitale tedesca.
La giornata si รจ chiusa con un altro incontro prezioso: quello con Francesco Ganis, di Feletto Umberto. Vive a Copenaghen da cinque anni e anche lui lavora come ricercatore universitario. Con lui abbiamo cenato, chiacchierato, riso, come se ci conoscessimo da sempre.
Scattare una foto con Marta, Damiano e Francesco, stringendo in mano la nostra bandiera per poi salutarci con un sentito MANDI, รจ stato un momento emozionante, che custodiremo nel cuore. Incontri che hanno fatto emergere radici comuni, appartenenza ed emozione e che danno senso al nostro viaggio, che trasformano la fatica in ricchezza e che porteremo con noi per sempre.
Adesso che la meta รจ raggiunta e il traguardo รจ alle nostre spalle, ci accorgiamo che ciรฒ che resta non sono solo i chilometri percorsi, ma l’essenza stessa del viaggio: la scoperta, gli incontri, le emozioni. Ogni pedalata รจ stata un passo dentro noi stessi, ogni volto incontrato e conosciuto un tassello che ha arricchito il mosaico di questa avventura.
Arriviamo a destinazione con il cuore colmo e un pensiero semplice ma potente: non รจ tanto l’arrivo a contare, quanto il cammino che ci ha portati fin qui. E anche questa avventura, fatta di pedali, ruote, selle, bagagli, strade, cieli, piogge e sorrisi, resterร per sempre dentro di noi.
Continuate a stare allerta… nei prossimi giorni arriveranno nuove notizie
Un viaggio non inizia quando si parte e non finisce quando si ritorna
Stay tuned ๐ ๐